La mia vita era immersa nella moda, densa di viaggi e di relazioni internazionali, ed era proprio ciò che avevo sognato fin da ragazzina quando mi sono appassionata alla moda italiana nel periodo in cui ho vissuto in Italia.
Sono Claudia Schneider figlia di velisti di professione, papà austriaco e mamma olandese, che si sono incontrati e innamorati in Liguria. Così io e mia sorella siamo cresciute tra Italia e Austria, e viaggiando per il Mar Mediterraneo in barca a vela.
L’esordio nel mondo della moda è stato a 23 anni quando ho iniziato a lavorare per Fashion Stage, uno degli showroom più noti di tutta la Germania, occupandomi di marchi molto importanti come Jean Paul Gaultier, Alexander McQueen, Helmut Lang, Paco Rabanne, Vivienne Westwood e Patrick Cox.
E il clou della mia carriera è stato quando, dopo essere stata chiamata per avviare uno showroom di Patrizia Pepe prima a Monaco e successivamente a Dusseldorf, mi sono trasferita a Prato diventando Country Wholesale Manager per Germania, Svizzera, Olanda e Francia.
A distanza di qualche anno ho collaborato con il suo reparto stile per creare una collezione proprio dedicata ai mercati esteri che ha avuto enorme successo.
Mi sono trasferita a Milano per amore e ho avuto 2 gemelli, continuando a lavorare e a viaggiare tantissimo, finché è nata mia figlia. La sua nascita ha portato con sé il mio più grande cambiamento come donna in carriera : ho lasciato il lavoro per dedicarmi completamente ai miei 3 bambini. Questa scelta ha destato enorme scompiglio intorno a me, le persone non si capacitavano del fatto che avessi lasciato la mia posizione di Country Wholesale Manager per la famiglia.
Per me è stata una scelta naturale, avevo voglia di stare con i miei bimbi e di accompagnarli il più possibile nei loro primi anni di vita. Dedicare loro più tempo mi ha permesso di dargli tutto ciò che io e mio marito desideravamo , di crescerli bilingue, di trasferirgli i nostri valori e una mentalità multiculturale. Insomma non mi è costato mettere da parte la carriera anzi ero semplicemente felice di farlo! Cresciuti un po’ i bambini mi sono ritrovata con più tempo per me stessa.
Dopo essermi goduta qualche mese di libertà tra palestra e shopping, la lavoratrice/Manager sopita in me si è improvvisamente risvegliata e ho iniziato a scalpitare come quando da bambina non vedevo l’ora di andare ad aprire i regali di Natale, ma… si c’era un MA grande quanto un grattacielo. Avevo un pensiero che mi tormentava: "Adesso cosa faccio nella vita? A 40 anni avanzati, con 3 figli né grandi e né piccoli, ma comunque da seguire… non posso lavorare!" .
Mi sono sentita smarrita, era come se per me non fosse possibile avere un lavoro che si potesse incastrare con quella situazione. E a quel punto ho provato angoscia. Era una convinzione talmente forte dentro di me che seppur mi guardavo in giro non riuscivo a vedere oltre al mio naso, per me semplicemente non c’erano possibilità
... cercando di uscire da questa frustrazione opprimente, ho preso carta e penna, ho cominciato a fare un elenco delle mie qualità e capacità, iniziando così a scavare dentro di me alla ricerca del lavoro che avrei potuto inventarmi. Nonostante avessi molti interessi, la mia esperienza lavorativa e la passione per la moda erano come scolpite nel mio DNA…dovevano continuare a fare parte della mia vita.
Ho pensato di diventare una consulente di immagine. Avevo voglia di aiutare le donne a tirar fuori e valorizzare la loro bellezza naturale, quel fascino unico e irripetibile che ognuna di noi ha. Ma sentivo che mancava un tassello a quel puzzle…In cuor mio volevo ispirarle a trovare la propria strada esattamente come stavo facendo io.
Donne giovani o mature aveva poca importanza, perché la vita è fatta di alti e bassi, e di cambiamenti. Quando siamo giovani abbiamo bisogno di comprendere chi siamo, cosa vogliamo, dove desideriamo andare e a cosa aspiriamo nella vita. Da adulte a volte ci smarriamo o ci mettiamo in ultimo piano rispetto alle necessità dei figli e della famiglia, e ci dimentichiamo di chi siamo e di cosa vogliamo per noi stesse.
Ecco i miei risultati, di cui vado orgogliosa.